EXPO 2015 non si deve archiviare come una semplice pratica di ufficio o come una esperienza conclusa con dei numeri di successo che hanno regalato stima e prestigio al nostro Paese. Il tema della sostenibilità alimentare, nutrire il pianeta, energia per la vita, resta sul tavolo e va affrontato ragionando su almeno
quattro punti.
La prevenzione e la riduzione degli sprechi alimentari a livello aziendale e domestico. Le statistiche affermano che il pianeta produrrebbe sì cibo a sufficienza, ma queste risorse si perderebbero lungo la catena alimentare o per scelte sbagliate di consumo: l’Organizzazione delle Nazioni Unite (FAO) afferma che tutti gli anni almeno un terzo del cibo prodotto viene sprecato, un inutile utilizzo agricolo di 1.4 miliardi di ettari di terreno con effetti devastanti sull’emissione di gas serra specialmente durante la decomposizione in discarica.
Il modello di agricoltura industriale che ne è all’origine comporta (per lavorare, stockare, e trasportare) un uso smodato di fertilizzanti, pesticidi e combustibili fossili.
Maggior sostegno all’agricoltura famigliare: accesso ai mercati e al credito. Come già ribadito sul precedente fascicolo di novembre, “… i paesi sottosviluppati (e non solo) hanno carenza di infrastrutture e l’accesso al credito risulta pressoché inesistente costringendo gli agricoltori a produrre quantità insufficienti e
poco remunerative…”
Sostanze e preparati vegetali (Botanicals): uno sblocco delle incertezze e una chiara normativa internazionale basata sulla tradizione d’uso e su nuovi parametri di qualità e sicurezza permetterebbe un inquadramento legislativo esplicito e trasparente con riflessi positivi sulle scelte del consumatore e sull’economia del settore.