Tutto comincia da un piccolo seme. Dopo essere stato piantato nel terreno germina e produce una pianta che si sviluppa e cresce, superando abbondantemente i due metri di altezza. Tutto comincia da un seme, che deve avere una certificazione: per legge la pianta a cui darà origine non potrà avere un contenuto di tetraidrocannabinolo, meglio conosciuto come THC, superiore allo 0,2%. Le variabili in agricoltura sono innumerevoli, così se questa sostanza psicoattiva dovesse superare questo limite, mantenendosi però entro lo 0,6%, nessuna colpa sarà imputata al coltivatore.
È quello che dice la legge 2 dicembre 2016 n. 242 sulla promozione della filiera agroindustriale della canapa, che ne permette la coltivazione senza la necessità di una specifica autorizzazione, ma solo a partire da queste sementi certificate che devono essere rinnovate all’avvio di un nuovo impianto colturale.