Editoriale Natural 1 – maggio 2016

E’ ormai assodato che il tema delle risorse marine è di grande attualità e per lo meno è in corso l’avvio di processi per stabilire nuove protezioni per le acque internazionali.
Un nuovo trattato sarà ratificato dalle Nazioni Unite nel corso del 2018 e ulteriori direttive e disposizioni saranno partecipate e adottate per la salvaguardia marina entro una generazione.
Tuttavia le premesse per giungere a un buon accordo in tempi brevi che sia condiviso dalla maggioranza degli Stati membri non sono oggettivamente molto favorevoli, considerato che Stati Uniti, Russia, Giappone, Norvegia e la Corea del Sud non hanno mai aderito con particolare entusiasmo ai gruppi di lavoro e per la Convenzione sul diritto del mare ci sono voluti più di 10 anni di negoziati.
Uno dei dettami di questo trattato è che gli ambienti oceanici dovrebbero essere aree protette al fine di garantire la conservazione delle risorse. Si ritiene che la vita abbia avuto origine nei primi oceani e quindi il nostro futuro dipenderà da loro.
Il Preparatory Committee ha intrapreso un complesso ed efficace percorso di studio per risolvere la complessità delle procedure legali inerenti alle acque internazionali e il nuovo trattato dovrà permettere di dare vita a riserve marine che proteggano concretamente alcune aree di grande valore ambientale.

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