Editoriale Natural 1 – novembre 2015

Si sono spente le luci su EXPO Milano 2015, una kermesse lunga sei mesi ma con tanti scandali nella pancia, un torrente di polemiche, prima, durante e certamente dopo.
Iniziata sotto i peggiori auspici: la brutta immagine di una Milano ferro e fuoco che fa il giro del mondo, in ostaggio di un gruppo di “black bloc” proprio il giorno del 1° maggio, gli arresti della vicenda Expo e la presunta “cupola” d’affari tra politici, dirigenti e imprenditori, i cantieri fermi e la data del primo maggio sempre più vicina…
Penso di interpretare lo stato d’animo di tutti noi italiani, che non avremmo scommesso un cent sulla buona riuscita della manifestazione e che inesorabilmente saremmo andati incontro alla solita brutta figura con tanto di giudizi negativi sulla gestione dicutibile, messi alla berlina in prima pagina per aver presentato un prodotto disorganizzato, inefficiente con una bassa affluenza: un flop, insomma.
Bene, vediamo come è andata allora.
Come per incanto tutto si è materializzato a tempo di record, i padiglioni prendevano rapidamente forma, l’albero della vita iniziava a comparire in tivù, le strade all’interno della città fieristica brulicavano di operai che come formiche operose si prodigavano a completare il difficile puzzle con competenza, professionalità e soprattutto a velocità sorprendente. E la città? Asfalti, zone riqualificate, ex aree degradate finalmente restituite ai cittadini: un vero miracolo.

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