Editoriale Natural 1 – settembre 2015

Si chiama Kepler-453b, sarebbe il nostro pianeta gemello situato nella costellazione Cigno a più di 1.400 anni luce di distanza. Diametro superiore del 60%, maggiore il suo periodo di rivoluzione (ossia il tempo che impiega a girare intorno alla sua stella), che è infatti di 385 giorni contro i nostri 365, e temperatura dell’atmosfera più calda con la possibilità per la vegetazione di prosperare più rigogliosa attraverso il processo della fotosintesi clorofilliana.
Ovviamente la notizia ha fatto il giro del mondo in pochi secondi dopo che John Grunsfeld, amministratore associato NASA per il Science Mission Directorate, ne ha annunciato la sua scoperta: siamo a due passi da una Terra 2.0?
Gli astrofisici sono da sempre impegnati nella ricerca di pianeti con caratteristiche adatte a ospitare una qualsivoglia forma di vita. Film, documentari, trattati, romanzi, dibattiti, pubbliche dichiarazioni e infinite discussioni, da decenni hanno tenuto banco nel mondo scientifico seducendo l’immaginario collettivo che ha “voluto” immaginare l’esistenza di esopianeti magari abitati da fantasiose creature, chissà perché sempre più intelligenti di noi e naturalmente già turisti sulla nostra Terra, talvolta pronti a distruggerci, talvolta sensibili e collaborativi.

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