esempio quella di 200.000 anni fa? Un gruppo di internazionale di archeologi, tra cui anche due italiani, in una grotta del Sud Africa ha svelato come l’Homo sapiens riuscisse a migliorare in modo piuttosto sofisticato il benessere all’interno del luogo che abitava. Infatti, nel lavoro pubblicato recentemente sulla rivista Science, gli archeologi hanno presentato la loro interessante scoperta: i nostri antenati riposavano
su un morbido ‘materasso’ realizzato con alcune erbe appartenenti alla sottofamiglia delle Panicoideae (Poaceae), che erano adagiate su strati di cenere di altre erbe bruciate; piante che ancora oggi sono
utilizzate per respingere gli insetti nelle zone rurali africane. L’uso delle piante nel Paleolitico è stato raramente identificato dai ricercatori, dato che la materia organica ha un livello di conservazione molto scarso. In questo caso invece gli scienziati hanno avuto fortuna e attraverso le moderne tecniche di analisi è stato possibile riconoscere le sostanze vegetali e ipotizzare che questa ‘lettiera’ servisse a scacciare gli insetti nocivi e a ‘disinfettare’ la zona in cui si dormiva. Una scoperta importante, che rivela come questi preistorici cacciatori-raccoglitori fossero in grado di utilizzare piante e fuoco per la protezione e la sanificazione degli ambienti. L’ipotesi è appunto quella che avessero scoperto come la cenere possa rendere difficoltoso il movimento agli insetti striscianti, blocchi il loro apparato respiratorio impedendo di pungere e
infine li disidratati.
Osservare, sperimentare, conoscere e capire, il percorso della ricerca è un gioco in continua evoluzione, ma è anche guardare indietro e ripensare. E tornando alla canzone di Guccini, da settembre, quali saranno le scintille che bruceranno nel fuoco delle possibilità...
Marco Angarano