"Quanto più profondamente penetriamo nel mondo submicroscopico, tanto più ci rendiamo conto che il fisico moderno, parimenti al mistico orientale, è giunto a considerare il mondo come un insieme di componenti inseparabili, interagenti e in modo continuo, e che l'uomo è parte integrante di questo sistema" da: Il Tao della fisica di Fritjof Capra ed. Adelphi - ed. Aboca.
Talvolta i giudizi dati dai ricercatori sono basati solo su singole sostanze presenti nella pianta e non sulla pianta nella sua complessità, totalità ed integrità. Oggi un prodotto, con una base di medesimi contenuti, potrebbe essere considerato "integratore alimentare" o "farmaco vegetale" in base alle legislazioni vigenti nei diversi Paesi in cui viene commercializzato.Non dobbiamo guardare il mondo della ricerca solo con la luce intrappolata di un piccolo led. E' più che mai necessario aprirsi a tutto il mondo. Perciò parte degli articoli che troverete in questa sezione anche in lingua originale, sono stati tratti dalla nostra sezione "English section".
Luisa Pistelli, Simona Nardoni, Francesca Pisseri, Francesca Mancianti
Gli oli essenziali sono miscele complesse di centinaia di composti volatili e possiedono variegate attività biologiche, tra le quali spiccano quelle antimicrobiche e antimicotiche, ampiamente sfruttate in fitoterapia.
Il loro utilizzo in ambito veterinario rappresenta perciò una prospettiva interessante sia per il trattamento di alcune dermatomicosi degli animali da reddito e da compagnia, sia per la disinfezione ambientale.
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Francesca Sansone, Teresa Mencherini, Patrizia Picerno, Tiziana Esposito, Rita Patrizia Aquino
Diffuso in varie regioni dell’Africa, questo albero è conosciuto come uva africana ed è noto per il suo valore economico e per le proprietà medicinali. Infatti dalle foglie, dalla corteccia, dai frutti e dalle radici si ottengono rimedi utilizzati tradizionalmente per diversi disturbi quali reumatismi, dissenteria, stomatiti, eruzioni cutanee
e ulcere. Un estratto dalle foglie, con proprietà antiossidanti e antinfiammatorie verificate, è oggetto di questo studio teso a verificarne l’efficacia funzionale per il suo utilizzo come ingrediente fitoattivo in prodotti salutistici e cosmetici. Lo sguardo della ricerca si rivolge ancora una volta, con successo, all’etnofarmacologia e alle medicine tradizionali.
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Maria Cristina Giunta, Laura Cornara, Armando Carpaneto
I flavonoidi rappresentano il più ampio gruppo di metaboliti secondari presenti nelle piante e possiedono molteplici proprietà biologiche, come quelle antiossidanti, antivirali, antinfiammatorie e antitumorali.
Gli agrumi sono ricchi di flavonoidi, che potrebbero essere facilmente estratti e quantificati partendo da una matrice di scarti che vengono accumulati proprio in seguito ai processi di trasformazione operati nei processi produttivi dell’industria agrumaria. E diventare così interessanti agenti terapeutici.
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Bibliografia dell'articolo "Green therapy: evidenze e potenzialità in ambito medico"
Veronica Apostoli, Fabio Fumagalli, Mario Dell’Agli
Prendersi cura dei bisogni di una persona malata, e non solo intervenire farmacologicamente, è un evento fontamentale per una nuova visione della medicina. All’interno di quello che viene definito
“care” vengono sviluppati perciò interventi che appartengono a quelle terapie definite complementari o alternative. In letteratura appaiono così sempre più di frequente lavori relativi all’esito positivo
riscontrato utilizzando approcci di tipo comportamentale, psicologico e ambientale. Proprio in relazione a quest’ultimo si assiste alla crescita della “green therapy”, una gamma di modalità
relative all’utilizzo di specie vegetali in ambito sanitario, che spazia dall’aromaterapia all’uso visivo del paesaggio verde, alla cura di aree verdi e degli orti da parte dei pazienti.
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Emanuela Greco, Rinaldo Cervellati
L’etnobotanica è da sempre fonte di ispirazione per la ricerca di nuovi principi attivi utili alla salute dell’uomo. Nel filone dell’identificazione e dello studio di nuove sostanze antiossidanti si inserisce il lavoro che presentiamo in queste pagine, nel quale è stata indagata questa attività biologica in relazione a due composti isolati da Aconitum naviculare, una pianta diffusa sugli alti monti dell’Himalaya.
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