Era il 1763 e il reverendo Edward Stone presentò alla Royal Society una relazione sull'uso della corteccia di salice come trattamento della febbre. Poichè le febbri erano spesso associate a paludi, presumibilmente a causa di agenti infettivi trasportati da zanzare, Stone perlustrò zone paludose in ricerca di rimedi. Assaggiò un ramoscello di salice che trovò amarissimo. Sapendo che il chinino sostanza ugualmente amara, era utile nella terapia della febbre malarica, decise di fare un tentativo con la corteccia di salice. La essiccò, la ridusse in polvere e la sperimentò su cinquanta pazienti con sintomi reumatici. Il tentativo ebbe successo. Ora si trattava di scoprire l'ingrediente attivo. Nel 1828 gli scienziati isolarono la salicina, così chiamata dalla Salix alba vulgaris, il nome botanico del Salice bianco, e ne dimostrarono l'efficacia terapeutica. Una cinquantina di anni dopo, un chimico di nome Hoffman, basandosi sui lavori di Gerhardt, riuscì a produrre acido acetilsalicilico in forma pura, inaugurando così l'epoca dell'aspirina. Il nome del prodotto fu coniato anteponendo la "a" di acetil all'espressione "acido spirico", come era noto in origine l'acido salicilico.
(tratto da Il genio della bottiglia, di Joe Schwarcz - Longanesi editore)
Sono sostanze il cui significato biologico non è ancora del tutto chiaro; sicuramente però costituiscono un ruolo vitale per la vita delle piante
in quanto par tecipano ai processi ossido-riduttivi delle cellule. Da qui si è pensato di ut ilizzarle anche in terapia come farmaci in grado di ridurre la fragilità e la permeabilità delle pareti capillari, dei vasi, nonché per aumentarne la resistenza...
La mitologia greca poi si appropriò del mirto dedicandola a Venere e facendone oggetto di offerte propiziatorie durante i sacrifici. Ovviamente era una pianta dedicata alla bellezza ma anche alla gloria e all'eroismo perciò molti eroi della mitologia erano spesso rappresentati con il capo agghindato di foglie di mirto...
Migliaia di ricercator i vennero inviati giù, “nel mondo di sotto”. Pazientemente, umilmente, interrogarono stregoni, sciamani e curanderos. E testarono solo le piante che già facevano parte delle tradizioni mediche, per quanto diverse e fantasiose...
Chi era questa Isabella Cortese che riuscì a divulgare così ampiamente i segreti dell'arte cosmetica? Poco si sa di questa persona e poco è dato di trovare, ma ricostruendo varie ipotesi è da ritenere che ella sia figlia naturale di tale Nicolò Cortese, argentiere in calle Cortese e probabilmente anche speziale a San Gregorio all'insegna dello "Spirito Santo"...
Domenico Cirillo nella sua luminosa carriera (fu medico di corte, componente di diverse accademie straniere, fu in corrispondenza con i più insigni scienziati del suo tempo, fra i quali ricordiamo Franklin e Linneo, professore dell’Università, docente al Collegio Medico-Cerusico dell’Ospedale degli Incurabili), ebbe una tale influenza morale e scientifica, da essere sempre ricordato...
Alla corte di Bisanzio, all'epoca di Giustiniano e di Teodora, vigeva l'eleganza più sfarzosa e fu in questo periodo che Metrodora compilò il suo ricettario...